Runaway

«Ho bisogno che tu faccia una cosa per me.» disse in un mormorio, guardandola con gli occhi grandi. Accese la macchina con l’altra mano, e le girò intorno lentamente con il veicolo, puntandole sempre la pistola contro, attenta a non scoprirsi al tiro dei poliziotti. Le indicò quindi lo sportello del passeggero. «Sali.»

Claire irrompe nella banca brandendo una pistola. È una rapina, ma quasi gentile. Non è sua intenzione fare del male a qualcuno. Non sarebbe nei piani nemmeno prendere un ostaggio, ma quando arriva la polizia, non le rimane altra scelta. La vittima è Sarah, la direttrice della banca. Tra le due donne, però, si instaura uno strano rapporto. Presto si renderà evidente che Claire ha compiuto quel gesto perché costretta da qualcosa di più grande di lei. Il dispiacere della rapitrice è autentico, così come i suoi tentativi di rendere il meno dolorosa possibile l’esperienza di Sarah. L’evoluzione dei fatti porterà a galla dettagli sorprendenti che avvicineranno progressivamente le due donne in una strana amicizia basata su una profonda complicità. In modo inaspettato e paradossale, Claire porterà Sarah ad affrontare alcune terribili realtà che affliggono la sua vita, affrancandola dal peso di un’ombra che la schiaccia fin quasi ad ucciderla. Arianna Dongu ci regala un romanzo spettacolare che si avvinghia a noi fin dalla prima riga, per non lasciarci più.